Conosci i Buoni fruttiferi postali? Forse ne hai uno o ne hai sentito parlare ma non ne conosci bene le caratteristiche? In questo articolo troverai la gamma dei Buoni attualmente in collocamento con tutte le caratteristiche e le risposte a moltissime delle domande che li riguardano. Questa è la tua guida definitiva! 😉
Buoni fruttiferi postali: tutto quello che c’è da sapere
Sono stati emessi per la prima volta nel 1924, sono garantiti dallo Stato italiano e sono stati scelti da decine di milioni di italiani, hanno uno stock di alcune centinaia di miliardi di euro. Nonostante questi dati notevoli, sembra essere ancora troppo ridotto il pubblico composto da coloro che sono a conoscenza delle caratteristiche e delle potenzialità dei buoni fruttiferi postali che, in seguito, chiameremo, per brevità, Buoni postali.
Abbiamo quindi deciso di scrivere questo articolo per chiarire un po’ le idee intorno a questo evergreen che può, a ben vedere, essere considerato l’emblema del risparmio italiano.
Buoni e Libretti: un po’ di contesto
L’emissione, cioè la strutturazione e la definizione delle condizioni finanziarie, dei Buoni postali è svolta da Cassa depositi e prestiti, una società controllata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze (che detiene una quota del 82,77%)
La distribuzione di questi strumenti invece, avviene per opera di Poste italiane, che quindi si occupa di gestire e fornire ai cittadini i Buoni fruttiferi postali.
L’ultima relazione finanziaria annuale 2018 di Cassa depositi e prestiti riferisce che gli italiani possiedono uno stock di 152 miliardi di euro di Buoni di sua emissione a cui vanno aggiunti circa 70 miliardi di Buoni emessi dal Ministero dell’Economia e delle Finanze (fonte: relazione annuale 2018 Poste italiane) per un totale di circa 220 miliardi di euro.
Questo tipo di prodotti finanziari ammonta a circa l’8% della ricchezza mobiliare degli italiani. Stiamo parlando quindi di uno strumento diffuso e in voga nel nostro paese ma l’impressione è che la conoscenza di questi assets sia tanto scarsa quanto quella riguardo conti deposito o altri prodotti di risparmio simili.
Ci poniamo quindi l’obiettivo di offrirvi un quadro generale per chiarire i caratteri più importanti dei Buoni postali in 10 punti, partendo dai concetti più semplici fino ai più complessi e meno conosciuti.
Cosa sono i Buoni e i Libretti postali
Chiunque non sia digiuno di risparmio conosce il Risparmio Postale, una categoria di prodotti finanziari composta da buoni fruttiferi postali e da libretti postali.
I buoni fruttiferi postali e i libretti postali sono tra le forme di risparmio più diffuse in Italia.
Da soli pesano per circa l’8% del totale delle attività finanziarie delle famiglie italiane. Al 31 dicembre 2018 lo stock del Risparmio Postale detenuto da CDP era pari a circa 260 miliardi di euro (fonte: bilancio 2018 CDP).
È una cifra incredibile!
Se per i tuoi risparmi hai deciso di scegliere i buoni fruttiferi postali o i libretti postali, non sei solo: insieme a te, milioni di italiani si sono affidati al prodotto più solido del mercato italiano per investire i propri risparmi.
I prodotti del Risparmio Postale, cioè i Buoni e i libretti postali, hanno 3 caratteristiche che li definisce e che rappresentano i loro punti di forza:
- sono emessi da Cassa depositi e prestiti, una società controllata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze che possiede partecipazioni nelle più grandi aziende del paese (es.: ENI, Snam, Poste italiane, Terna) e che investe nello sviluppo dell’Italia
- godono dell’ulteriore garanzia dallo Stato italiano
- sono distribuiti dalla capillare rete degli uffici postali di Poste italiane
I Buoni postali
I Buoni, inoltre, hanno la caratteristica di non essere soggetti al cosiddetto rischio di mercato.
In altre parole, se possiedi un Buono a tasso fisso, il suo valore non oscillerà per effetto dei movimenti dei tassi di mercato: il suo valore di rimborso crescerà sempre.
Fin dal momento dell’acquisto saprai esattamente che valore avrà il Buono in ogni istante futuro.
La presenza della garanzia dello Stato esclude i Buoni dalla normativa sul bail-in.
I Buoni postali possono essere di diverse tipologie: ogni tipologia è caratterizzata da una diversa durata, una diversa tipologia di tasso o da una diversa struttura dei rendimenti.
Dal 1924, anno in cui furono introdotti i Buoni Ordinari (qui trovi una bella timeline sulla storia di CDP), si sono alternate sugli scaffali degli uffici postali ben 29 tipologie diverse di buoni fruttiferi postali: dai Buoni Ordinari ai Buoni a Termine, dai Buoni indicizzati all’inflazione ai Buoni 3×4, dai Buoni Diciottomesi a Buoni Europa.
Le novità dei nuovi buoni fruttiferi postali
Dal 10 settembre 2019 Cassa depositi e prestiti ha modificato i rendimenti dei nuovi buoni fruttiferi postali.
Da gennaio 2018 sono state introdotte le nuove tipologie di buoni fruttiferi postali e una nuova offerta sui Libretti postali.
Nel corso del 2018 sono state introdotte altre novità: da febbraio 2018 è stato lanciato il nuovo Piano di Risparmio “risparmio semplice”, poi a luglio è stata lanciata l’offerta Supersmart dedicata alla nuova liquidità.
All’inizio del 2019 ci sono state altre due buone notizie:
- è stata riaperta l’emissione dei Buoni indicizzati all’inflazione italiana
- verrà rimborsata l’imposta di bollo 2019 sui libretti minori
Ora, dopo l’annuncio del III TLTRO della BCE e la riduzione dei rendimenti dei titoli di Stato, anche la cassa depositi e prestiti a partire dal 22 marzo 2019 ha ridotto i rendimenti della propria gamma prodotti (sospeso l’emissione del Buono 3 anni Plus), ridotti ulteriormente il 28 giugno.
Dal 5 agosto 2019 è stata sospesa l’emissione dei Buoni indicizzati all’inflazione italiana.
Vediamo nel dettaglio le caratteristiche e i rendimenti della gamma dei buoni fruttiferi postali dell’inizio del 2020 (escluderemo il Buono dedicato ai minori d’età perché l’offerta dedicati ai minori è riassunta nell’articolo dedicato ai buoni fruttifero postali per minorenni):
Buoni fruttiferi postali Ordinari
Rendimento (su alcune scadenze esemplificative):
5Y: 0,05%
10Y: 0,20%
15Y: 0,35%
20Y: 0,90%
Descrizione: prodotto a tasso fisso con capitalizzazione bimestrale
Durata massima: 20 anni
Ritenuta fiscale sugli interessi: 12,5%
Imposta di bollo: 0,20% p.a. se il portafoglio buoni ha un valore complessivo superiore a 5’000€. Altrimenti nulla è dovuto.
Se vuoi una panoramica completa su questo buono, vai all’articolo di approfondimento sul Buono postale Ordinario
Pagina web: qui
Buoni fruttiferi postali 3×4
Rendimento:
3Y: 0,25%
6Y: 0,30%
9Y: 0,70%
12Y: 1,00%
Descrizione: buoni postali a tasso fisso con finestre di uscita privilegiate ogni tre anni
Durata massima: 12 anni
Ritenuta fiscale sugli interessi: 12,5%
Imposta di bollo: 0,20% p.a. se il portafoglio buoni ha un valore complessivo superiore a 5’000€. Altrimenti nulla è dovuto.
Se vuoi una panoramica completa su questo buono, vai all’articolo di approfondimento dedicato al Buono postale 3×4
Pagina web: qui
Buoni fruttiferi postali 3×2
Rendimento:
3Y: 0,25%
6Y: 0,35%
Descrizione: prodotto a tasso fisso con finestre di uscita privilegiate ogni tre anni
Durata massima: 6 anni
Ritenuta fiscale sugli interessi: 12,5%
Imposta di bollo: 0,20% p.a. se il portafoglio buoni ha un valore complessivo superiore a 5’000€. Altrimenti nulla è dovuto.
Se vuoi una panoramica completa su questo buono, vai al nostro articolo di approfondimento dedicato al Buono postale 3×2
Pagina web: qui
Buoni fruttiferi postali 4×4
Rendimento:
4Y: 0,25%
8Y: 0,60%
12Y: 0,90%
16Y: 1,25%
Descrizione: prodotto a tasso fisso con finestre di uscita privilegiate ogni quattro anni
Durata massima: 16 anni
Ritenuta fiscale sugli interessi: 12,5%
Imposta di bollo: 0,20% p.a. se il portafoglio buoni ha un valore complessivo superiore a 5’000€. Altrimenti nulla è dovuto.
Pagina web: qui
Buoni fruttiferi postali 4 anni risparmiosemplice Novità!!
Rendimento a scadenza standard: 0,25%
Rendimento a scadenza premiale: 0,50%
Descrizione: prodotto a tasso fisso acquistabile solo all’interno del Piano di Risparmio risparmiosemplice. Dall’acquisto della 24esima rata periodica i Buoni già sottoscritti all’interno del piano di risparmio e quelli che verranno sottoscritti in futuro otterranno a scadenza un rendimento premiale.
Durata massima: 4 anni
Ritenuta fiscale sugli interessi: 12,5%
Imposta di bollo: 0,20% p.a. se il portafoglio buoni ha un valore complessivo superiore a 5’000€. Altrimenti nulla è dovuto.
Se vuoi una panoramica completa sul risparmiosemplice e sull’offerta a 4 anni, leggi il nostro articolo sul Piano di Risparmio risparmiosemplice
Pagina web del Piano di Risparmio
Pagina web del Buono 4Y risparmiosemplice
Offerta Supersmart a 180 giorni (6 mesi)
Rendimento: 0,40%
Descrizione: accantonamento attivabile sulle somme depositate sul Libretto Smart
Durata: 180 gg
Importo minimo accantonabile: 1’000€
Ritenuta fiscale sugli interessi: 26%
Imposta di bollo: 1€
Se vuoi una panoramica completa su questa offerta, vai al nostro articolo di approfondimento dedicato all’Offerta Supersmart
Pagina web dell’Offerta Supersmart
Offerta Supersmart a 90 giorni (3 mesi)
Rendimento: 0,30%
Descrizione: accantonamento attivabile sulle somme depositate sul Libretto Smart
Durata: 90 gg
Importo minimo accantonabile: 1’000€
Ritenuta fiscale sugli interessi: 26%
Imposta di bollo: 1€
Se vuoi una panoramica completa su questa offerta, vai al nostro articolo di approfondimento dedicato all’Offerta Supersmart
Pagina web dell’Offerta Supersmart
Le tipologie di Buoni
I rendimenti dei Buoni postali dipendono dalla tipologia. Nel corso degli anni sono stati emessi Buoni a tasso fisso, come i Buoni 3×4, Buoni indicizzati all’inflazione, Buoni indicizzati al BOT 6 mesi, come i Buoni Renditalia, o indicizzati allo Euro Stoxx 50, come i Buoni Europa.
Costi e regime fiscale
I Buoni postali sono soggetti a due tipi di tassazione: la ritenuta fiscale sugli interessi e l’imposta di bollo.
Ritenuta fiscale
Ogni Buono viene tassato sugli interessi secondo il regime fiscale vigente al momento della sua emissione:
Buoni emessi fino al 20/09/1986: nessuna imposizione fiscale sugli interessi
Buoni emessi dal 21/09/1986 al 31/08/1987: ritenuta fiscale del 6,25%
Buoni emessi dal 01/09/1987 al 23/06/1997: ritenuta fiscale del 12,50%
Buoni emessi dal 24/06/1997: imposta sostitutiva del 12,50%
Tieni presente che, se possiedi un Buono emesso dal 21 settembre 1986 al 23 giugno 1997, la ritenuta fiscale va applicata in un modo diverso da come si applicherebbe oggi. Per approfondimenti, consulta la sezione FAQ sui prodotti del Risparmio Postale a disposizione sul sito di Poste italiane (qui).
Imposta di bollo
A partire dal 2012, i Buoni fruttiferi postali sono soggetti all’imposta di bollo. L’imposta di bollo si applica il 31 dicembre di ogni anno sull’intero ammontare di Buoni con medesima intestazione.
Se il valore di rimborso lordo al 31 dicembre è inferiore o uguale a 5’000€, nulla è dovuto.
Se il valore di rimborso lordo al 31 dicembre è superiore a 5’000€ l’imposta si calcola moltiplicando l’aliquota annuale per il totale del nominale investito in Buoni con medesima intestazione. Ad ogni modo, nel 2012, 2013 e 2014 l’imposta di bollo era comunque dovuta nella misura minima di 34,20€.
Riassumendo, chiamato N il nominale investito in Buoni con la medesima intestazione, se al 31 dicembre il valore di rimborso degli stessi Buoni è superiore a 5’000€, l’imposta di bollo si calcola come segue:
- Imposta di bollo 2012: 0,10% * N, con un minimo di 34,20€ l’anno
- Imposta di bollo 2013: 0,15% * N, con un minimo di 34,20€ l’anno
- Imposta di bollo 2014: 0,20% * N, con un minimo di 34,20€ l’anno
- Imposta di bollo 2015: 0,20% * N
- Imposta di bollo 2016: 0,20% * N
- Imposta di bollo 2017: 0,20% * N
- Imposta di bollo 2018: 0,20% * N
Rimborso dell’imposta di bollo
Per i Buoni emessi dal 2013 in poi, in caso di rimborso anticipato (cioè prima della scadenza) con interessi non sufficienti a compensare l’apposizione dell’imposta di bollo, verrà rimborsata la parte di imposta andata a detrimento del capitale.
Imposta di bollo per Buoni cartacei emessi prima del 2009
I Buoni cartacei emessi prima del 2009 non si cumulano con altri Buoni recanti la loro stessa intestazione. Per questi Buoni non si applica l’imposta minima di 34,20€. L’imposta di bollo di applica moltiplicando l’aliquota per il nominale investito ma, in ogni caso, ogni anno si dovrà pagare un minimo di 2€ di imposta di bollo.
Dove sottoscriverli
I buoni fruttiferi postali possono essere acquistati in uno dei circa 13’000 uffici postali sia in forma dematerializzata che in forma cartacea.
Se si è in possesso di un conto corrente postale o un Libretto postale Smart abilitato ad operare online (c.d. Libretto Smart dispositivo), è possibile acquistare Buoni dematerializzati direttamente online senza doversi necessariamente recare in ufficio postale.
Forma tecnica
Tranne in alcuni casi particolari (es.: Buoni indicizzati all’inflazione, Buoni Premia), i buoni fruttiferi postali sono emessi in due forme: cartacea e dematerializzata.
Le risposte alle domande che seguono sono riportate nel sito di Poste italiane o nei Fogli Informativi dei buoni postali.
Buoni postali cartacei
Come sono fatti?
Un Buono in forma cartacea è un titolo cartolare (fatto di carta) di dimensioni simili a quelle di un assegno bancario. La presenza del titolo cartaceo è necessaria per le operazioni che coinvolgono il titolo (come il rimborso).
Come si acquistano?
Per acquistare un Buono cartaceo occorre recarsi in Ufficio Postale. Per completare l’acquisto non occorre essere titolari di un Libretto postale né di un conto corrente postale. La transazione può avvenire in contanti, tramite assegno (bancario o postale) o utilizzando le somme a disposizione sul proprio Libretto postale o sul proprio conto corrente postale.
Come si rimborsano?
Un Buono cartaceo non può essere rimborsato parzialmente ma solo totalmente, cioè per l’intero importo facciale. Per rimborsare un Buono cartaceo occorre necessariamente presentarsi all’Ufficio Postale muniti del titolo. Occorre inoltre la presenza di almeno uno dei titolari nel caso in cui all’emissione si sia scelta la facoltà di rimborso disgiunto. Se, invece, al momento dell’acquisto si fosse scelta la modalità di rimborso congiunto, per rimborsare il Buono occorrerà la presenza di tutti i titolari del titolo.
Che succede se smarrisco il Buono o se viene distrutto?
In ognuno dei due casi, per ottenere una copia del titolo, occorrerà denunciare il fatto alle autorità competenti e poi presentarsi all’ufficio postale di emissione per richiedere la duplicazione del titolo. Il costo di duplicazione ammonta a 1,55€ indipendentemente dal nominale sottoscritto. La legge impone che il processo di duplicazione venga avviato dopo un periodo in cui viene affisso un annuncio/diffida. Il periodo di affissione è di 30 gg per Buoni con nominale inferiore a 516,46 € (il “vecchio” milione di lire), e di 90 gg per importi superiori.
Posso dematerializzare un Buono cartaceo?
Un Buono cartaceo può essere dematerializzato. Per chiedere la dematerializzazione di un Buono cartaceo occorre recarsi in ufficio postale e disporre di un Libretto postale o di un conto corrente postale recante la medesima intestazione del Buono.
Che succede se dimentico di rimborsare un Buono cartaceo?
Dopo la data di scadenza del Buono, il cliente ha 10 anni di tempo per portare il titolo al rimborso ed ottenere il capitale più gli interessi maturati. Dopo la scadenza il titolo diventa infruttifero (i.e. non matura più interessi) e, se non viene rimborsato, continua ad essere soggetto all’imposta di bollo anche negli anni a venire. Trascorso il decimo anno dalla data di scadenza, il Buono cade in prescrizione e non è più redimibile.
Buoni postali dematerializzati
Come sono fatti
Un Buono dematerializzato è una registrazione contabile analoga a quella di un conto deposito o di un’obbligazione. Il cliente, al momento dell’acquisto riceve una rendicontazione dell’acquisto (una ricevuta) ma non avrà fisicamente il titolo in mano. Il valore del Buono e la sua presenza saranno consultabili a sportello o dall’Area Riservata del sito di Poste italiane.
Come si acquistano
Per acquistare un Buono in forma cartacea occorre essere in possesso di un conto di regolamento, cioè di un Libretto postale o di un conto corrente postale. L’intestazione di un Buono dematerializzato sarà la medesima di quella del conto di regolamento.
La transazione può avvenire in contanti, tramite assegno (bancario o postale) o utilizzando i fondi a disposizione sul Libretto postale o sul conto corrente postale che diventeranno il conto di regolamento del Buono.
I Buoni dematerializzati possono essere acquistati direttamente online da un Libretto Smart dispositivo o da un conto corrente postale con funzionalità dispositive.
Come si rimborsano
Un Buono dematerializzato può essere rimborsato parzialmente o totalmente. Per rimborsare un Buono dematerializzato occorre la presenza di almeno uno dei titolari nel caso in cui si sia scelta la facoltà di rimborso disgiunto. Se, al momento dell’acquisto si fosse scelta la modalità di rimborso congiunto, per rimborsare il Buono occorrerà la presenza di tutti i titolari del titolo. Per rimborsare un Buono dematerializzato ci si può recare in Ufficio Postale o farlo direttamente online (nel caso il Buono sia regolato su un Libretto Smart o un conto corrente postale con funzioni dispositive).
Un Buono dematerializzato ha meno rischi
Un Buono dematerializzato, trattandosi di una registrazione contabile, non può essere smarrito né distrutto. Inoltre, non può cadere in prescrizione perché al momento del rimborso il Buono si redime automaticamente e viene regolato in linea capitale e interessi sul conto di regolamento (Libretto o conto corrente postale).
Se vuoi approfondire l’argomento puoi leggere il nostro articolo sui Buoni Fruttiferi Postali Dematerializzati.
Quanto sono rischiosi
I buoni fruttiferi postali possono essere definiti i prodotti finanziari più sicuri presenti sul mercato. Infatti, nei Buoni postali il valore non scende mai sotto a quello di acquisto e in qualsiasi momento è possibile richiedere la liquidazione dell’investimento.
Proprio per questa grande sicurezza, i rendimenti sono generalmente inferiori a quelli di altre forme di risparmio (ricorda sempre: più rischio, più rendimento).
Puoi approfondire l’argomento leggendo l’articolo sul rendimento dei buoni fruttiferi postali.
Ciononostante, anche questi strumenti sono soggetti a dei rischi.
L’unico rischio a cui i buoni fruttiferi postali sono esposti è il rischio di credito, cioè è il rischio che l’emittente possa fallire e che quindi non sia più in grado di restituire le somme affidate.
A questo proposito va ricordato che i Buoni postali e le somme giacenti nei Libretti postali godono della garanzia aggiuntiva dello Stato italiano.
16 Commenti. Nuovo commento
Gradirei sapere se i BFP e BTP con medesimi intestatario sono cumulabili ai fini del calcolo dell’imposta di bollo. Parliamo
di BFP dematerializzati e BTP acquistati nel 2011. Grazie
Ciao Stefano, no non sono cumulabili.
Volendo acquistare i Buoni frutteferi postali on line se non ho si ha il conto postale non posso acquistare é cosi? .Grazie
Ciao Feliciano, i buoni fruttiferi possono essere acquistati online o dal proprio conto corrente postale o dal proprio libretto Smart. Se non hai il libretto Smart, sappi che può anch’esso essere acquistato online.
Se fallisce lo Stato Italiano si perdono i Buoni Postali?
Ciao Manuela, se fallisce lo Stato non si perdono automaticamente i Buoni postali. Il processo di fallimento di uno Stato è molto articolato e non è detto che coinvolga tutti i titoli di debito che lo Stato ha emesso.
Salve
Vorrei sapere se questa serie di buoni tf120a180914 e’ ancora emessa grazie
Ciao Tiziana, purtroppo no. La serie che hai citato non è più in emissione da un po’. Il Buono Ordinario ora in emissione è questo: https://buonielibretti.poste.it/prodotti/buono-ordinario.html?wt.ac=1473808492092
Chiedo scusa, è possibile che un BFP emesso il 01/2016 di €. 3.000, alla data di scadenza no abbia prodotto neanche un centesimo di interesse?
Ciao Carlo, per poterti dare una risposta servirebbe conoscere la tipologia e il giorno di emissione.
Gradirei sapere se i BFP e gli OICR ( fondi comuni) con medesimo intestatario sono cumulabili ai fini del calcolo dell’imposta di bollo. Parliamo
di BFP dematerializzati fondi acquistati nel 2018. Grazie
Ciao Francesco, se poni la domanda per capire cosa devi conteggiare per capire se superi la la soglia di esenzione dei 5’000€, allora la risposta è no, gli OICR non cumulano con i Buoni. Devi considerare solo il tuo portafoglio Buoni complessivo. Se invece sei uno dei pochi che arriva a toccare il massimo pagabile per anno di imposta di bollo, allora la risposta è sì: devi calcolare l’imposta di bollo suo tuo patrimonio totale (Buoni, OICR e tutto il resto) e quindi cumulare i Buoni e gli OICR.
Come posso procedere per regalare un buono postale ad un nipote maggiorenne geograficamente distante?
Ciao Concetta, purtroppo non è possibile fare quello che vuoi fare tu. Tuo nipote è maggiorenne, pertanto deve farlo da sé. Devi inviargli i soldi e poi farà da solo recandosi presso un ufficio postale o facendo tutto online.
Vorrei sapere se il BFP a scadenza premiale può essere disinvestito in qualunque momento con garanzia del capitale investito.
L’imposta di bollo va calcolata sul totale complessivo del libretto e dei buoni o posso possedere ad esempio più buoni da 4000 e non pagare l’imposta di bollo?